Secondo la tradizione popolare, la piccola creatura mostruosa che appare sulla destra del portale centrale del Duomo sarebbe il drago Tarantasio incontrastato dominatore del Lago Gerundo tra XII e XIII secolo, specchio d’acqua stagnante oggi scomparso in una zona tra le provincie di Bergamo, Lodi, Cremona e Milano. La creatura fantastica emergeva improvvisamente dalle acque, divorando fanciulli e animali ed emettendo dei miasmi mortiferi, seminando il terrore nella campagna. La leggenda attribuisce l’uccisione della creatura a Federico Barbarossa, a San Cristoforo o a un Visconti; da questo eroico gesto sarebbe nato lo stemma della nobile famiglia raffigurante il celebre “biscione” che divora un fanciullo. Non tutti sanno però che la leggenda del drago fu fonte di ispirazione per lo scultore Luigi Broggini che prese a modello Tarantasio per ideare l’immagine del cane a sei zampe, simbolo dell’Eni, il cui primo giacimento di metano venne scoperto nel 1944 a Caviaga, frazione di Cavenago d’Adda.