Nel cuore di Milano, in piazza Santo Stefano alla sinistra della Basilica, c’è un luogo un po’ inquietante. È l’ossario di San Bernardino alle Ossa, con quattro pareti decorate con centinaia di ossa umane. Omeri, tibie, teschi e femori si alternano perfettamente come in un’opera d’arte. La storia ha inizio nel 1127, quando venne costruito l’Ospedale di San Barnaba in Brolo come rifugio per i trovatelli della città; nel 1150 venne aggiunto anche l’Ospedale di Santo Stefano alla Ruota per la cura dei lebbrosi e di conseguenza un cimitero per seppellire i defunti. Dopo poco tempo però ci si rese conto che lo spazio era insufficiente, così venne creata una camera dove raccogliere tutte le ossa esumate. Nel 1269, accanto a quest’ultima, venne eretta una piccola chiesa intitolata a Maria Addorolorata ed ai santi Ambrogio e Sebastiano. Solamente nel XV secolo venne dedicata a San Bernardino da Siena. L’unica nota di colore nella stanza macabra è l’affresco sulla volta del soffitto dipinto nel 1695 da Sebastiano Ricci che rappresenta l’anima che sale in Paradiso.