San Tomaso in Terramara

Sulla chiesa di San Tomaso in Terramara, in via Broletto 27, ci sono due leggende. La prima riguarda un’immagine scolpita su una lapide in marmo, conservata nella cappella dell’Immacolata: si racconta sia l’impronta di un piede di Cristo. Collocata nel 1597 dall’arcivescovo di Milano Federico Borromeo, nipote di Carlo, l’orma si rifà all’’antica tradizione del vestigium pedis: la rappresentazione della traccia lasciata da profeti o santi e che costituisce una reliquia. La seconda riguarda il suo appellativo Terra Mara. Si dice che il parroco di San Tomaso, ‘amaro’ di avarizia, si sarebbe rifiutato di celebrare il funerale di un pover’uomo la cui vedova non disponeva di denaro. Il fatto giunto alle orecchie di Giovanni Maria Visconti, avrebbe spinto il Duca di Milano ad ordinare la sepoltura del prete vivo nella bara con il morto, mentre urlava “Oh terra mala!”. Più verosimile è che Terra Mala o Amara tragga origine da un gruppo di clero e fedeli arrivati in città per sfuggire alle invasioni ungare o saracene del X secolo, per indicare il nome della loro città d’origine, Terramara.

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