La chiesa di San Maurizio, in corso Magenta 13, è uno dei tesori più nascosti e più preziosi di Milano. Completamente rivestita da affreschi realizzati dai maggiori pittori del Rinascimento lombardo, è nota come la Cappella Sistina dei milanesi. In origine faceva parte del Monastero Maggiore, il cenobio femminile più antico della città. Per questo è divisa in due parti: una pubblica, dedicata ai fedeli, e l’altra privata, chiamata Coro delle Monache, che era riservata solo alle monache di clausura. Qui, tra le altre bellezze, c’è l’organo più antico di Milano. Sante e martiri riempiono le pareti, senza lasciare uno spazio libero. La cappella Besozzi, la terza sulla destra, rappresenta scene del martirio di Santa Caterina d’Alessandria. Secondo Matteo Bandello, novelliere del Cinquecento, nella scena della decapitazione il volto della Santa raffigurerebbe la Contessa di Challant che, accusata di essere la mandante dell’uccisione dell’amante, sarebbe stata giustiziata cosi nel 1526 al Castello Sforzesco.