Spazio Alda Merini

L’ex tabaccheria di via Magolfa 30, dove oggi c’è lo Spazio Alda Merini, è diventata la nuova dimora dei mobili che arredavano la camera da letto della poetessa nella sua casa in Ripa di Porta Ticinese 47, dopo essere stati donati dalle quattro figlie al Comune di Milano. Il negozio era infatti luogo di incontro degli abitanti del quartiere e il preferito della Merini, accanita fumatrice. I suoi oggetti parlano per lei, ripercorrono la sua storia, recitano le sue poesie. Dalla macchina da scrivere firmata Invicta al pianoforte, dono di un ammiratore, dalle collane agli accendini, fino alle innumerevoli sigarette sparse sul pavimento. Poi le locandine e i poster, gli abiti acquistati ai mercatini dell’usato sui Navigli, le Diana Blu e il tanto amato rossetto rosso. Nel caos creativo della poetessa, le tracce della sua memoria si rincorrono fino ad arrivare al suo letto e alla lattina di Coca Cola, bevanda per lei indispensabile, sul comodino a fianco. Su una delle pareti, anche delle porzioni del famoso muro degli angeli, con gli emblematici disegni e i numeri di telefono scarabocchiati sopra. Il Bar Charlie è lo spazio letterario e il caffè dove fermarsi e lasciarsi ispirare, sorseggiando un aperitivo servito da  un apecar. Il nome deriva dal pianobar sui Navigli dove la Merini passava le sue giornate scrivendo, suonando e incontrando persone a lei care. Charlie era il cane del proprietario del bar, un alano arlecchino, amato da tutti, anche dalla poetessa.

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