Costruito fra il 1557 ed il 1563 su progetto dell’architetto perugino Galeazzo Alessi, Palazzo Marino, in piazza della Scala 2, si orientava originariamente verso piazza San Fedele. Molti scultori della Fabbrica del Duomo parteciparono alla realizzazione degli intagli del palazzo voluto dal banchiere Tommaso Marino come sua dimora nella città d’adozione in cui si trasferì in tarda età da Genova. Marino si era innamorato di Arabella Cornaro il cui padre, un nobile veneziano, acconsentì al matrimonio tra i due, ponendo come condizione la costruzione di un’abitazione sontuosa che non facesse sfigurare le sue origini. I lavori richiesero che venissero rase al suolo tutte le case esistenti. La rabbia della gente contro le manie di grandezza del ricco genovese, fu tale da lanciare una maledizione sul cantiere. Il Palazzo non ebbe in effetti una grande fortuna: dopo la morte di Marino, divenuto pazzo per i debiti contratti tanto da uccidere Arabella impiccandola al baldacchino della sua camera da letto, l’edificio, rimasto incompiuto, passò di mano in mano. Completato nel 1892 da Luca Beltrami, che spostò l’ingresso su piazza della Scala, dal 1861 è sede del Municipio di Milano. Vi si possono ammirare in sequenza la Sala Alessi, la Sala Marra, la Sala Consiliare, la Sala dell’Orologio e la Sala della Giunta. L’edificio ha le caratteristiche di essere libero sui quattro lati, confinando con piazza San Fedele, piazza della Scala, via Case Rotte e via Tommaso Marino, e di essere coperto da terrazze e non da tetti, secondo l’uso genovese. Vi sarebbe nata la nipote di Marino e della sua prima moglie Bettina D’Oria, Marianna de Leyva, futura Monaca di Monza del Manzoni.