Il suo nome fa domandare se sia un luogo civile o religioso. Il Civico Tempio di San Sebastiano è l’uno e l’altro. Fin dalla sua costruzione è stato conteso fra la Chiesa e lo Stato di Milano: fu i il marchese di Ayamonte, allora governatore della città, a volerlo ma successivamente Carlo Borromeo si inserì nel progetto, invocando norme che ne regolavano i rapporti: il progetto di rinnovamento della chiesa, (su una più antica chiesetta dedicata a San Tranquillino detta “alla corticella” o “alla cancelleria” per la con l’antico Palazzo Imperiale), doveva essere sottoposto infatti all’approvazione delle autorità religiose. Realizzato da uomini di fiducia dell’Arcivescovo, l’edificio tuttavia venne costruito dal governo e non dalla curia. Fu voluto come atto votivo per il flagello della peste che aveva colpito duramente la città e fu dedicato a San Sebastiano proprio perché santo protettore dalla piaga. Lo si può ammirare in via Torino 28 nella struttura circolare risalente al Cinquecento. Fu infatti costruito all’inizio del 1577 e consacrato nel 1616. Riporta al suo interno radici profonde della città, evidenziate dalla presenza di richiami ai diversi quartieri. Ed è ormai tradizione, il 20 gennaio di ogni anno, celebrarvi una messa per ricordare la fine della peste a Milano.