La Cappella Portinari della Basilica di Sant’Eustorgio, nell’omonima piazza a Milano, fu edificata fra il1462 e il 1468. Fu voluta dal fiorentino Pigello Portinari, perché diventasse la tomba di famiglia e accogliesse i resti di San Pietro Martire, che durante il periodo in cui fu Inquisitore Generale per la Lombardia si procurò molti nemici e fu assassinato a roncolate in testa. San Pietro fu poi canonizzato nel 1253 a neppure un anno dalla sua morte, ed è raffigurato con una spada piantata in testa. L’Arca di San Pietro Martire è un’opera di Giovanni di Balduccio in marmo di Carrara, sorretta da otto pilastrini su cui sono addossate figure femminili che rappresentano le virtù: la Giustizia, la Temperanza, la Fortezza, la Prudenza, l’Obbedienza, la Speranza, la Fede e la Carità. Sui lati del sarcofago vi sono otto bassorilievi che raffigurano i miracoli del Santo. Si narra che l’Arca essendo troppo corta, non potesse contenere tutto il corpo di San Pietro. La testa fu quindi posta in un’urna separata che l’arcivescovo di Milano, Giovanni Visconti, portò a casa. Da quel momento l’uomo cominciò a soffrire di forti mal di testa che cessarono soltanto quando riportò l’urna con la testa vicino al resto del corpo. Da allora, l’ultima domenica di aprile coloro che soffrono di emicrania vanno in pellegrinaggio a pestà el côo in Sant’Ustorg (a picchiare la testa in Sant’Eustorgio); e basterebbe toccare con il capo l’urna che custodisce la testa del Santo per evitare mal di testa tutto l’anno.