Fonderia Napoleonica Eugenia

Fonderia Napoleonica Eugenia

La storia della Fonderia Napoleonica Eugenia è legata a quella del quartiere Isola e al santuario di Santa Maria alla Fontana, così chiamato per la fonte che sgorgava e alla quale la devozione popolare attribuiva virtù benefiche e miracolose. L’area su cui sorge la fonderia apparteneva ai beni dell’adiacente complesso religioso che a fine Settecento si estendevano fino ai quartieri Maggiolina, Prato Centenaro e Dergano, comprendendo campi coltivati e diversi edifici rurali. Con l’arrivo di Napoleone, i terreni e gli edifici di Santa Maria alla Fontana furono requisiti dall’esercito francese e nel 1806 Eugenio di Beauharnais dispose che alcuni dei locali conventuali venissero destinati ad accogliere una fonderia di bronzo affidata ai fratelli Manfredini, orafi ed esperti fonditori, richiamati per l’occasione da Parigi. Nella nuova fonderia, chiamata Eugenia, in onore del viceré, i Manfredini realizzarono sia piccoli oggetti, come decorazioni bronzee per mobili, pendole, calamai e altre fusioni d’arredo, sia opere di dimensioni e impegno maggiori, tra le quali nel 1835 la fusione della sestiga collocata sull’Arco della Pace al Parco Sempione di Milano. Nel 1868 la fonderia venne acquistata dalla famiglia Barigozzi che attiva con diverse officine in altre località del nord Italia, nel 1868 aprì un’officina stabile anche in città per la realizzazione di interi complessi di campane, i cosiddetti concerti, tipici della tradizione ambrosiana. Nello stabilimento di via Genova Thaon di Revel 21 fu fuso, tra gli altri, il monumento ad Alessandro Manzoni. La storia della fonderia F.lli Barigozzi si concluse nel 1975, anno in cui la ditta cessò l’attività. I suggestivi ambienti, che conservano intatto l’antico fascino della fonderia in un contesto di archeologia industriale, sono sede oggi di un museo.

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