L’Ultima Cena, noto anche con il nome di Cenacolo, dipinto fra il 1494 e il principio del 1498 per volere di Ludovico Sforza, è considerato il dipinto murale forse più importante al mondo. È probabilmente la testimonianza più completa dell’ingegno multiforme di Leonardo da Vinci, del suo desiderio di sperimentare, della sua inesauribile curiosità. Nel periodo in cui lavorava al dipinto, l’ultimo decennio del Quattrocento, Leonardo era infatti impegnato in studi sulla luce, sul suono, sul movimento ma anche sulle emozioni umane e sulle loro espressioni. Di questi interessi troviamo puntuale riscontro nel Cenacolo, dove, più che forse in ogni altra opera leonardesca, è evidente l’attenzione di da Vinci alla raffigurazione di quelli che lui stesso chiamava i “moti dell’animo”. Dal settembre 1980 il Cenacolo, insieme alla Chiesa e al Convento Domenicano di Santa Maria delle Grazie (la cui parete settentrionale del refettorio dove i frati si incontravano per pregare e meditare durante i loro pasti ne è occupata), sono stati dichiarati dall’Unesco Patrimonio dell’umanità. Conservare questo delicato dipinto, in piazza Santa Maria delle Grazie 2, e permettere al pubblico di ammirarlo rappresenta una sfida quotidiana per i restauratori, architetti e storici dell’arte che lo seguono e che collaborano impiegando le migliori tecnologie, affinché questo capolavoro sia preservato e trasmesso alle generazioni future.