La Centrale dell’Acqua di Milano, in piazza Diocleziano 5, nasce nel 1906 su progetto dell’ingegner Francesco Minorini per rendere la rete dell’acquedotto milanese ancora più efficiente. Un’opera fondamentale per lo sviluppo della città che anche dal punto di vista estetico sembra non lasciare nulla al caso: le alte facciate sono infatti caratterizzate da finestre lunghe e slanciate che contribuiscono a regalare un’aria quasi solenne all’intera struttura, incorniciata da fasce in intonaco di cemento lavorato alternate da inserti in mattoni rossi. L’impianto meccanico e cuore della struttura ai tempi era costituito da due pompe centrifughe e due semifisse, il cui compito era pompare acqua pulita dalle profondità della falda acquifera, abbeverandosi da dieci pozzi a una profondità variabile dai 30 ai 60 metri, per poi distribuirla alle case di tutto il quartiere. L’8 agosto 1943, durante un bombardamento, la Centrale fu incendiata restando gravemente danneggiata. La chiusura dell’impianto tuttavia durò solo pochi giorni, considerando il suo ruolo chiave dell’impianto per la città. Nella seconda metà del secolo la struttura venne dismessa e passarono diversi anni prima che MM riuscisse a realizzare il sogno di restaurarla completamente per restituirla ai cittadini, il 4 luglio 2018, sotto il vessillo della Centrale dell’Acqua di Milano che è possibile visitare.