Casa Cardinale Ildefonso Schuster in via Sant’Antonio 5 è un edificio del XVI secolo nel cuore della città a pochi passi dal Duomo. Vi si possono ammirare i chiostri commissionati dai Trivulzio nel Cinquecento e restaurati dagli architetti Luca Beltrami, Cesare Nava e Antonio Cassi Ramelli. L’edificio affonda le sue radici nella storia: prima del 1232 l’ordine di Sant’Antonio Abate vi si stabilì per gestire l’ospizio e l’ospedale che offrivano cure a coloro che erano affetti da fuoco sacro. La nascita della Cà Granda pose fine all’attività degli Antoniani che, dopo l’apertura dell’Ospedale sforzesco, tornarono in Francia. Nel Cinquecento, grazie alle nobili famiglie dei Trivulzio e dei Landriani, l’edificio fu in parte demolito e in parte trasformato, affiancando al campanile con cuspide a cono del 1456 il chiostro con fregi in terracotta di ispirazione bramantesca. Nel 1576 San Carlo riscattò la commenda dai Landriani per 13.000 scudi e affidò chiesa e convento ai chierici Teatini. Nel 1798 l’ordine fu soppresso da Napoleone: il convento diventò dapprima magazzino militare e dopo un anno, durante l’occupazione austro-russa, vi fu istituito un ufficio di polizia con carceri per rinchiudervi quei milanesi che, per essere ritenuti repubblicani, venivano accalappiati con laccio a nodo scorsoio lanciato dai russi stando a cavallo. Terminata l’occupazione vi restò il carcere, detto Giudicatura Correzionale Politica. Nel 1860 fu nobilitato in Regia Pretura, funzione che mantenne fino agli anni Trenta. Nel 1935 l’edificio venne riacquistato dalla Chiesa ambrosiana per volontà del Cardinale Ildefonso Schuster e da allora accoglie le sedi di numerose associazioni laicali.