Sant’Alessandro in Zebedia sorge nell’omonima piazza a due passi dal Duomo. La chiesa barocca si trova nel luogo dove la tradizione narra che fu tenuto prigioniero il Santo, in un carcere costruito in epoca romana e mantenuto da un certo Zebedeo. La sua costruzione, su progetto del barnabita Lorenzo Binago, inizia nel 1602, con la posa della prima pietra da parte dell’arcivescovo Federico Borromeo. Una costruzione molto celere, tanto che la cupola era già terminata nel 1626. Fu terminata dal Richino nel 1658, mentre proseguivano i lavori di decorazione interna. La facciata, decorata da bassorilievi, secondo il modello iniziale rinascimentale, è affiancata da due campanili gemelli: quello del 1643 che funge da torre campanaria e l’altro con funzione di orologio. Le opere pittoriche che decorano l’interno barocco sono rappresentate dalle tele di Camillo Procaccini e Daniele Crespi . Altra tela di pregio quella dell’Ossana. All’interno della chiesa trovarono definitiva sepoltura Bernabò Visconti e sua moglie Regina della Scala.