Al termine dell’ampia via Vittor Pisani, si staglia la Stazione Centrale, monumentale opera di Ulisse Stacchini. La prima pietra viene posta nel 1906, sull’area del vecchio Trotter, circa 800 metri a nord della vecchia stazione, ma i lavori vengono presto interrotti. Nel 1912 viene indetto un nuovo concorso, vinto dall’architetto Ulisse Stacchini. L’entrata in guerra blocca l’inizio dei lavori, dando tempo a Stacchini di perfezionare il progetto della facciata. I lavori riprendono nel 1925 con la costruzione degli edifici laterali, prima l’ala ovest e poco dopo l’ala est. Nel 1931 si inaugura la nuova stazione. Dopo un decennio cominciano a evidenziarsi difficoltà nel raggiungimento delle biglietterie da parte dei mezzi carrabili e dei binari da parte degli utenti e nel 1942 l’architetto Mario Palanti ipotizza l’inserimento di rampe pedonali e carrabili che dalla piazza raggiungono direttamente la galleria di testa. Gravi danni sono causati dai violenti bombardamenti dell’agosto 1943. Dopo l’armistizio, il Binario 21 viene utilizzato per l’avvio dei treni che deportano gli ebrei verso i lager. Nel 1953 le FS bandiscono un concorso per la modifica radicale del fabbricato, vinto dagli architetti Giulio Minoletti e Gentili Tedeschi, che propongono la costruzione di un grattacielo addossato alla facciata. Rimasto senza seguito, nel 1955 vengono realizzate delle scale mobili che collegano il salone delle biglietterie con la galleria di testa. Dopo vari restauri conservativi degli ultimi decenni del XX secolo, a partire dal 2005 la stazione è oggetto di importanti lavori di restauro e di riqualificazione, su progetto iniziale di Marco Tamino, già artefice della riqualificazione di Roma Termini, terminati nel 2010. Il 27 gennaio 2013, Giorno della Memoria, vicino al Binario 21 viene inaugurato il Memoriale della Shoah. Di fronte al binario si trova il Padiglione Reale, sala d’attesa della famiglia Savoia in stile classicheggiante, divisa in sala reale e sala delle armi. La stazione non ha uno stile architettonico definito, ma è una miscela di Neoclassico, Liberty e Art Deco, uniti alla monumentalità dell’architettura fascista, riscontrabile in particolare nei grandi ambienti pubblici.