Il Museo dei Quaderni di Scuola si trova in via Broletto 18 a Milano ed è l’unico museo al mondo dedicato all’esplorazione e alla valorizzazione delle memorie di infanzia e di adolescenza conservate in quaderni di scuola, diari, lettere scritti da bambini e bambine tra la fine del 1700 e i primi anni 2000. Il Museo conserva una collezione di oltre 2500 documenti di questo tipo, provenienti da più di 35 paesi e scritti in più di 18 lingue: le loro pagine costituiscono un patrimonio inestimabile perché permettono di scoprire il passato attraverso le parole scritte di proprio pugno da bambini e ragazzi. Nei quaderni, i bambini parlano di sé, della propria vita quotidiana, di scuola e famiglia, di amicizie e del mondo che li circonda. Le loro narrazioni non hanno solo un valore storico straordinario, ma sono anche una porta di accesso privilegiata allo sguardo e ai pensieri dei più piccoli. Il Museo dei Quaderni di Scuola è un museo piccolo ma estremamente dinamico, proprio come la sua collezione in costante crescita e come le attività e i progetti dell’associazione che lo anima. I contenuti cambiano e si aggiornano costantemente, permettendo di scoprire a ogni visita qualcosa di nuovo. Il Museo è rivolto a persone di tutte le età: adulti, bambini, ragazzi, possono esplorare a loro modo il museo, contribuire ad arricchirlo condividendo le proprie esperienze e scambiando idee e pensieri con il personale e i volontari presenti, in uno spirito di massima apertura. Una parete per esplorare la storia dell’infanzia dal 1800 a oggi con una prospettiva globale, dove è possibile osservare alcuni quaderni originali in esposizione e leggere una selezione di testi di quaderni di tutto il mondo attraverso degli schermi interattivi i cui contenuti sono costantemente aggiornati. Quattro totem focalizzati su argomenti o temi specifici affrontati dai bambini nei loro quaderni che cambiano periodicamente, di modo da rendere ogni visita nuova e diversa dalla precedente. I visitatori più piccoli sono invitati a contribuire a ogni sezione aggiungendo i propri pensieri ed esperienze in alcuni “quaderni bianchi” che diventano poi parte stessa dell’esposizione del museo.