In via Francesco Sforza al civico 34, all’altezza dei Giardini della Guastalla, c’è la Porta della Meraviglia: un portale misterioso che ormai non porta più da nessuna parte. Una costruzione ad arco in stile barocco, sontuosa anche se decadente, con mattoni a vista e gradoni di accesso in pietra e marmo. L’Ospedale Maggiore era dotato dal 1456 di un cimitero all’interno della Ca’ Granda nell’edificio di via Festa del Perdono, oggi sede dell’Università Statale, che però già alla fine del XXVII secolo risultava inadeguato per le esigenze igieniche della struttura ospedaliera. L’antico sepolcreto era posizionato al piano inferiore della cripta, sotto la chiesa di Santa Maria Annunziata e accolse le salme di circa 150mila persone decedute in ospedale. Nacque così il Cimitero dei Nuovi Sepolcri, progettato dall’architetto milanese Attilio Arrigoni, l’attuale Rotonda della Besana, che divenne operativo nel 1697 e rimase in funzione fino al 1792. Da quell’anno infatti la legislazione sanitaria austrica obbligava lo spostamento dei cimiteri fuori dalle mura cittadine. Per poter trasportare le salme nel nuovo luogo di sepoltura, nel 1691 venne aperta una nuova porta dell’ospedale: la Porta della Meraviglia o della morte. Fu anche realizzato il Ponte dell’Annunciata, che scavalcava il Naviglio della cerchia interna e conduceva alla nuova strada. Demolito nel 1930, quando fu eseguita la copertura del Naviglio, del ponte non resta traccia, mentre le sponde posizionate a fianco della Porta sono ancora visibili di fronte alla parte absidale della Chiesa dell’Ospedale.