Nel 1961 il disegnatore rumeno Saul Steinberg realizzò una decorazione a graffito sulle pareti dell’atrio della Palazzina Mayer in via Bigli 5 a Milano, città dove aveva vissuto prima della guerra. L’opera di varie decine di metri quadrati, ricopriva le quattro pareti dell’androne e rappresentava un grande paesaggio urbano con centinaia di personaggi, vie e architetture. Durante la lavorazione, durata alcuni mesi, gli amici passavano a salutarlo e l’artista chiedeva loro di lasciare una traccia sul muro: una sigla lasciata dall’architetto Richard Rogers, una doppia emme del pittore Marino Marini e altre firme. A lavoro terminato, Steinberg chiese al fotografo Ugo Mulas di testimoniare l’opera nella sua interezza e nei particolari. Per aiutarlo, l’artista redisse anche un breve testo che spiega l’iconografia e il senso del suo lavoro, una riflessione sul labirinto a partire dalla Galleria Vittorio Emanuele II. Nel 1997 la palazzina sarà ristrutturata e i graffiti distrutti: oggi dell’opera restano soltanto le fotografie, capaci di restituire insieme il documento dell’opera e la sua interpretazione.