In origine il varco di Porta Vittoria era chiamato di Porta Tosa, in milanese ragazza, ed ereditava il nome dalla porta medievale che si trovava lungo le mura antiche. L’origine del nome è attribuito alla figura di una ragazza scolpita in un bassorilievo raffigurante la moglie del Barbarossa ritratta, in segno di spregio, mentre si rade il pube, atto considerato all’epoca barbarico. L’opera è poi arrivata al Castello Sforzesco e lì conservata. Dopo la vittoria dei milanesi sugli austriaci nel 1848, la porta ne assunse il nome nel 1861. Nel punto persero la vita circa 200 milanesi, fra i quali 5 donne e 3 martinitt che fungevano da portaordini, ruolo importantissimo quando non esistevano altri mezzi di comunicazione. I caselli daziari in pietra superstiti della Porta si trovano in piazza Cinque Giornate.
Porta Vittoria
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