Villa Figini

Villa Figini

Nella Milano del 1933 il giovane architetto Luigi Figini è in procinto di sposarsi e progetta, per la sua nuova vita, una casa che risponda ai canoni della modernità architettonica, ma che sia soprattutto uno spazio a dimensione umana. Per la Villa unifamiliare di piccole dimensioni, in via Perrone di San Martino 8 all’interno del Villaggio dei Giornalisti, si ispira in particolare alla casa paterna, dove Figini ha vissuto una felicità paradisiaca. Un vero e proprio esperimento architettonico ed esistenziale: l’architetto voleva verificare se le tecniche e i principi costruttivi dell’architettura moderna potessero garantire il benessere e l’abitabilità, innalzando la qualità di vita. Un’abitazione accogliente per l’uomo, un luogo per il corpo e per la mente, ma anche dove esercitare accoglienza, socialità e condivisione. La casa è infatti anche l’atelier di Figini e della moglie Gege, che dipingono e si dedicano alla fotografia. Gli amici assistono a proiezioni che trasformano le pareti bianche in opere astratte. La casa, dove tutto è modernamente funzionale, rimarrà per tutta la vita la dimora dei due coniugi.

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