Duemila anni fa, nel cuore della città, sorgeva un teatro. Oggi i suoi resti, su un’area di circa 450 mq, sono custoditi all’interno della sede della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e sono visitabili, su prenotazione, all’interno di Palazzo Turati. Gli studi sul Teatro Romano, iniziati nel 2004, hanno ricostruito il ruolo che aveva a Mediolanum il più grande edificio della città, e la sua importanza nella vita quotidiana. Il ritrovamento delle vestigia romane è avvenuto tra la fine dell’Ottocento e metà Novecento, durante l’edificazione di alcuni palazzi nelle vicinanze di piazza Cordusio e di corso Magenta, come Palazzo Mezzanotte su cui appare una lapide di Era fascista con la pianta degli ‘avanzi del Teatro sotto la sede delle Borse e adiacenze’; e come lo stesso edificio oggi sede della Camera di Commercio. In tempi più recenti, durante la sua ristrutturazione, sono stati portati alla luce i resti delle fondamenta della cavea, lo spazio in cui gli spettatori romani, seduti su gradinate disposte a semicerchio, osservavano gli attori muoversi sulla scena. L’edificio fu costruito durante l’impero di Augusto (31 a.C.-14 d.C.) e probabilmente il Teatro Romano restò in uso fino al IV secolo d.C. rimanendo, poi, il fulcro della vita pubblica della città. Secondo gli studiosi, se non fosse stato distrutto da Federico Barbarossa nel 1162, la cavea del Teatro sarebbe rimasta integra fino ai giorni nostri. L’ultimo spettacolo di cui è giunta notizia è la proclamazione a console di Manlio Teodoro nel 399. A partire dal Medioevo, intorno a ciò che rimaneva del Teatro Romano di Milano, iniziarono a sorgere chiese, tra cui quella di San Vittore al Teatro, demolita nel 1911, che nel nome ricordava l’antico edificio romano. Il gioiello della Mediolanum augustea è stato valorizzato da archeologi di fama, come Pompeo Castelfranco e Alda Levi Spinazzola: il primo lo scoprì ma senza identificarlo e la seconda cercò di realizzare un’area archeologica visibile a tutti prima delle leggi razziali del 1938. Nel febbraio del 2008 è stato aperto, in via San Vittore al Teatro 14, il Museo Sensibile del Teatro Romano il cui percorso multimediale consente di sperimentare varie essenze del periodo della Roma imperiale, dal profumo di rosa a quello di zafferano, dal vino dolce all’odore umano e animale; e di addentrarsi, tra luci e ombre, su una passerella trasparente che evidenzia i resti delle gradinate, con un sottofondo di suoni, rumori e voci. I visitatori sono guidati anche da quella di Giorgio Albertazzi, che declama in latino versi del prologo di una commedia di Plauto, la Càsina.