Darsena

Darsena di Milano

La Darsena di Milano ne era l’antico porto. Pochi sanno infatti che la città è sempre stata una città d’acqua. Quando il suo commercio ha perso importanza, l’ultimo simbolo di un luogo che non esiste più, è diventato uno dei centri principali della nightlife: lungo le sue sponde e quelle dei Navigli, ai tempi canali solcati da chiatte e barche, si sono moltiplicati i locali di musica, ristoranti, pub, osterie tradizionali, mercatini e fiere di antiquariato. Piazza XXIV Maggio una volta era il laghetto più antico della città, che i milanesi avevano dedicato a Sant’Eustorgio. Risaliva al 1177, dopo che Milano fu distrutta dal Barbarossa, quando per velocizzare il trasporto delle merci e per migliorare la qualità della vita si pensò di portare l’acqua in città attraverso un canale che poi diventerà il Naviglio Grande. All’inizio del 1600, sotto la dominazione spagnola, il ruolo commerciale del laghetto aveva convinto il governatore Pedro Enrique del Acevedo conte di Fuentes a trasformare lo specchio d’acqua in una vera e propria Darsena di quasi 20 mila metri quadrati e profonda un metro e mezzo. La vocazione di Milano come città d’acqua inizia a tramontare con l’avvento del Fascismo, quando si darà via libera alla copertura della cerchia dei Navigli. A far dismettere il porto ci penseranno però l’avvento del trasporto su gomma e lo sviluppo della rete stradale. Il 30 marzo del 1979, alle ore 14, vi entrava l’ultimo barcone carico di sabbia. Da quel momento, sulla Darsena inizia a calare un lento ma inesorabile oblio. Con l’arrivo degli anni Ottanta e della Milano da bere, la Darsena viene riciclata come parcheggio di auto. Un po’ alla volta poi diventa un’isola faunistica con diverse specie arboree ed erbacee e varie specie di uccelli. La sua riqualificazione arriva con l’Expo. Dal 2015, il cuore liquido di Milano è anche un piacevole luogo all’aperto dove passeggiare.

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