Case di ringhiera

Casa di ringhiera

Le case di ringhiera, simbolo residenziale meneghino per eccellenza, furono costruite tra il 1880 e il 1930 per ospitare i lavoratori che si trasferivano a Milano. Nascono quindi come residenze popolari, perché più abbordabili economicamente, con la condivisione del ballatoio da parte di più appartamenti sullo stesso piano. Il balcone è una sorta di ingresso per i diversi appartamenti, estendendosi per tutta la lunghezza dell’edificio. Le abitazioni, disposte intorno a un cortile centrale che in origine fungeva da luogo di incontro, erano spesso di piccole dimensioni e senza servizi igienici, che con le cucine erano spazi condivisi da alcune famiglie. In casa non c’erano né acqua corrente né riscaldamento. Fra i locali al pianterreno si affacciavano le botteghe. Caratteristiche della zona dei Navigli, ma presenti anche a Porta Ticinese, Isola, Porta Romana e Porta Venezia, le case di ringhiera sono oggi molto ricercate. A Milano ce ne sono circa settantamila, come quella nota in via Piero della Francesca, la Ca’ Longa. A partire dagli anni Novanta, molte case di ringhiera hanno vissuto una seconda vita, grazie a progetti di recupero architettonico che le hanno rivalutate come simbolo del passato operaio di Milano. Curiosando negli androni degli edifici di tre o quattro piani al massimo, un tempo gelidi e malsani, si rimane incantati dai cortili con balconate trasformate in cascate di verde da un piano all’altro.

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