Un tempo, Garegnano era un piccolo borgo nella campagna a nord-ovest di Milano. La Certosa, in via Garegnano 28, fu fondata nel 1349 da Giovanni Visconti, Arcivescovo e Signore della città, e donata all’Ordine Certosino. Nel 1354 iniziarono i lavori di costruzione del complesso monastico. Di questa primitiva Certosa resta la testimonianza del Petrarca, ospite dei Visconti dal 1353 al 1361. Dal XVI secolo, la Certosa cambiò aspetto fino ad assumere le forme architettoniche attuali e si impreziosì degli affreschi del Peterzano, del Crespi, del Bellotti e del Genovesino. Nel 1782 i monaci dovettero abbandonare il monastero. I beni vennero messi in vendita, il grande chiostro fu destinato a deposito militare e distrutto nel 1895. Adeguata al culto pubblico, nel 1893, la chiesa divenne la Parrocchia del paese di Garegnano, che, dopo l’Unità d’Italia, fu aggregato al Comune di Musocco e nel 1923 alla città di Milano. L’Ordine certosino, fondato da San Bruno nel 1084, ha preso il nome dal luogo ove venne edificato il primo insediamento, nella valle della Chartreuse, nei pressi di Grenoble. Il monaco vive in una cella, dove prega, studia, lavora, mangia e dorme. Lo stile di vita è di tipo eremitico e i momenti vissuti in comune sono quelli della Messa quotidiana, della recita di alcune parti dell’Ufficio Divino, del pasto domenicale o festivo, consumato nel refettorio, ma sempre in silenzio. Ogni Certosa è retta da un padre Priore, il quale nomina il Vicario, il Maestro dei novizi e il Procuratore, che si occupa dei rapporti con il mondo esterno. Le Certose erano costituite da complessi di edifici che non seguivano dei piani prestabiliti, ma adattavano la loro disposizione in base alle caratteristiche del luogo. Si componevano di quattro unità fondamentali: la chiesa, il chiostro grande, il chiostro piccolo e le celle per i monaci. Il completamento del nucleo si perfezionava con la sala capitolare, la sacristia, il dormitorio dei conversi, la cucina, il refettorio e la biblioteca. Alla Certosa si accede da un’ampia porta che immette nel cortile delle elemosine, a destra del quale sorgevano l’antica portineria e la foresteria. Passato il peristilio, ci si trova nel cortile d’onore, ristrutturato nel 1574 dall’architetto Vincenzo Seregni.