La Biblioteca Comunale Centrale, chiamata anche Sormani dal nome del palazzo in cui ha sede, è un esempio d’integrazione fra nuovo e antico nell’architettura del dopoguerra milanese. L’edificio di stile barocchetto venne realizzato come è oggi nel 1700, anche se ha origini già nel Cinquecento, quando la proprietà si affacciava sulla piazzetta della Porta Tosa. Presenta due facciate: una rivolta su corso di Porta Vittoria realizzata da Francesco Croce e una rivolta verso il giardino, però in stile neoclassico, progettata da Benedetto Alfieri nel 1756. Alla fine dell’Ottocento, i Sormani trasferirono dal palazzo Verri di via Montenapoleone molte opere d’arte, tra cui i medaglioni sforzeschi marmorei e le tele del Grechetto, che sono parte dei tesori del palazzo. Dopo vari passaggi tra nobili, l’edificio nel 1930 divenne del Comune che ne fece un museo cittadino. Danneggiato dai bombardamenti del 1943, venne ricostruito anche in versione moderna da Arrigo Arrighetti nei primi anni Cinquanta. La biblioteca che prima aveva sede nel Castello Sforzesco, venne inaugurata il 10 marzo 1956. Il nuovo intervento ad alveare si articolò attorno alla ricostruzione in forme moderne del corpo di fabbrica su via della Guastalla e allo sviluppo delle sue connessioni con l’edificio storico. In origine il giardino seguiva il corso del Naviglio, giungendo a confinare con il parco della Guastalla. Fu il conte Andreani a commissionare il nuovo allestimento a Leopoldo Pollack, autore di Villa Reale, secondo i principi romantici del cosiddetto giardino all’inglese. Dal giardino è visibile la torre dei libri che si presenta come un volume dalle pagine sfogliate. L’ingresso alla biblioteca è in corso di Porta Vittoria 6.